CISL FP Belluno Treviso. Casa Riposo Umberto I Montebelluna: tavolo di confronto e annullate sanzioni disciplinari
Positivo l'incontro con il Prefetto di Treviso che si è tenuto ieri 18 ottobre a seguito della proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori della casa di Riposo "Umberto I" di Montebelluna, mobilitazione sostenuta da CISL FP Belluno Treviso per la situazione venutasi a creare nella struttura.
L'incontro conciliatorio si è chiuso con la condivisione dei seguenti punti, a gran voce richiesti dalla parte sindacale confederale:
- apertura tempestiva di un tavolo di confronto sui temi della vertenza
- sospensione dei procedimenti disciplinari in corso nei confronti dei dipendenti che abbiano ricevuto contestazioni per irregolare fruizione dell'istituto della pausa;
- impegno della direzione ad annullare in autotutela le sanzioni già irrogate nei riguardi dei dipendenti per i motivi di cui sopra, laddove all'esito del tavolo di confronto dovessero venire meno i presupposti in base ai quali era stata avviata l'azione disciplinare.
In modo particolare, abbiamo fatto notare nell'incontro, le sanzioni disciplinari sono state utilizzate in maniera vessatoria e spropositata, a fronte di una modifica unilaterale dell’orario posta in atto ignorando le giuste richieste delle rappresentanze sindacali che hanno fatto notare quanto il limite massimo di 10 minuti, imposto dalla struttura ai lavoratori come tempo di vestizione, cozza palesemente con il normato contrattuale che prevede invece 15 minuti.
Fabio Zuglian, della CISL FP Belluno Treviso, che ha seguito la vertenza con i colleghi delle Organizzazioni Sindacali confederali coinvolte, ha anche ribadito come le disposizioni orarie non tengono conto del tempo necessario per il passaggio delle consegne, con il risultato che a fine turno gli operatori si devono trattenere per 10/15 minuti oltre il proprio orario contrattuale.
Come se ciò non bastasse, la direzione della struttura ha stabilito, sempre in modo unilaterale una pausa obbligatoria di 10 minuti per “compensare”, e quindi non retribuire, i 10 minuti della vestizione, pausa che non è sempre fruibile, in quanto non compatibile con la necessità di garantire la continuità assistenziale. Basti pensare che nel turno notturno tale pausa obbligatoria rischia persino di configurarsi come interruzione di servizio di pubblica necessità.
Ora si spera che con l'apertura di un tavolo di confronto si vada a dare soluzione ad una situazione paradossale (unica nella provincia) nella quale, a fronte di un impegno orario supplementare di 15/20 minuti senza che sia previsto alcun recupero orario o monetario, lavoratrici e lavoratori sono pesantemente sanzionati perché non effettuano la pausa.
Resta inteso che la CISL FP Belluno Treviso, ferma nel suo impegno per dare rapida ed efficace risposta a chi ogni giorno opera nella struttura, valuterà l'esito del confronto e resta comunque pronta ad intraprendere ogni azione necessaria alla tutela di lavoratrici e lavoratori.